Aucouturier ritiene che un punto
di riferimento importante nella pratica psicomotoria è il concetto di fantasma di azione, generato dalle esperienze corporee condivise
tra madre e bambino. I fantasmi d’azione animano tutte le attività e i giochi
del bambino, facilitandogli l’accesso ad un senso di continuità del piacere di
essere se stesso ma aperto agli altri. Egli afferma che la psicomotricità, in
generale, è un invito a comprendere ciò che il bambino esprime del suo mondo
interno attraverso il movimento. È un invito a
cogliere il senso dei suoi comportamenti. Inoltre, l’aver chiarito cosa
intendiamo per psicomotricità ci permette di distinguere meglio la
Psicomotricità Psicomotoria educativa e preventiva dalla Pratica di Aiuto ad
orientamento terapeutico.
Riprendendo il concetto di
fantasmi d’azione, la genesi di quest’ultimi risale durante il periodo prenatale
. Il feto, dominato dalle funzioni vegetative e sensomotorie, cerca
l’equilibrio biologico necessario al suo completo sviluppo e alla crescita
delle competenze indispensabili alla nascita e alla vita extra-uterina. Il feto
ha dunque bisogno della permanenza di un “involucro materno” soddisfacente
affinchè le sue funzioni biologiche e sensomotorie maturino gradualmente e con
continuità. Per questo motivo il feto e la madre cercheranno di stabilire e
perfezionare un rapporto sempre più stretto grazie al coordinamento degli
stimoli provenienti da entrambi. Tale equilibrio dipende da una placenta
funzionale che, insieme al feto, forma una coppia
stabile .
La personalità della madre che si
fa carico della gravidanza, subisce profondi cambiamenti: se all’inizio della
gestazione il bambino futuro è visto come in sogno, le cose cambiano molto
quando la madre percepisce i movimenti del figlio. Il futuro bambino viene
investito dalle speranze e dalle emozioni dei genitori; entra a a far parte
dell’immaginario parentale come essere unico, eccezionale dotato di tutte le
qualità possibili. Il bambino c’è ancora prima di esserci, è sognato e
immaginato dai genitori, è loro compagno di comunicazione, emozione, di gioco e
di vita.
Ma se, durante la gravidanza, il bambino è
inserito in un involucro materno incostante e fragile, in cui subisce influenze
nocive come ad esempio malattie croniche, fattori psicologici, fisiologici,
genetici , le conseguenze possono essere drammatiche per il feto e dar luogo ad
un disequilibrio biologico, causato da disfunzioni biologiche che possono far
prevedere possibili ritardi della maturazione. Numerosi fattori traumatici
possono quindi congiungersi tra loro disturbando eccessivamente la continuità e
la ritmicità dell’involucro materno, necessario
all’equilibrio biologico del piccolo, contrastando o impedendo il costituirsi
di quell’abbozzo di unità che è riferimento stabile originario del bambino alla
nascita.
Alla nascita il bambino viene a
trovarsi all’improvviso in una situazione di sconvolgimento sensomotorio :
passa da un ambiente acquatico, in cui era avvolto e costantemente sostenuto
quasi in assenza di gravità, ad un ambiente aereo. È
quindi possibile immaginare il vuoto che, subito dopo il momento della nascita,
si crrea intorno a lui, la pesantezza che lo schiaccia, il dolore provocato
dalle scariche motorie incontrollate. Dunque, il bambino trovandosi in queste
condizioni, per poter vivere la continuità dell’equilibrio biologico sviluppati
durante il periodo pre-natale, deve essere protetto. Ha bisogno di un nuovo
involucro protettivo e lo trova, se riceve cure e manifestazioni di amore dai
genitori.
Le interazioni e le
trasformazioni reciproche forniscono alla madre l’occasione di inondare il
neonato di affetti di piacere ed è così che egli scopre che le loro
trasformazioni sono fonte di piacere. Dunque, la madre gli permette di vivere
il piacere dell’azione e il piacere delle sue manifestazioni interne. Il
successo dell’azione condiziona l’evoluzione del bambino ed è indissociabile
dal piacere che prova la madre nel riceverla. Soltanto un ambiente malleabile e
trasformabile garantisce infatti l’evoluzione del bambino.
Il bambino interiorizza le
sequenze delle trasformazioni del corpo che risultano delle azioni che compie e
accumula una “riserva” di azioni, confuse con quelle della madre, che vengono
registrate nel complesso del sistema neurobiologico attraverso processi
bio-chimici, elettrici ed ormonali registrati nel cervello e nei muscoli.
Definiamo le sequenze interiorizzate “
Il bambino interiorizza le
sequenze delle trasformazioni del corpo che risultano delle azioni che compie e
accumula una “riserva” di azioni, confuse con quelle della madre, che vengono
registrate nel complesso del sistema neurobiologico attraverso processi
bio-chimici, elettrici ed ormonali registrati nel cervello e nei muscoli.
Definiamo le sequenze interiorizzate “engrammi
di azione” ovvero, informazioni che circolano liberamente perché non sono
ancora rappresentazioni, hanno carattere pulsionale e non sono sottomessi ad
alcun controllo inibitore finché non entrerà in azione la rimozione primaria.
Inoltre, essi non potranno mai essere espressi tramite il linguaggio verbale ma
soltanto attraverso il non verbale e la traccia grafica.
L’organismo accumula, nello
stesso supporto biologico, una riserva di engrammi d’azione derivati da
esperienze dolorose, provocate dall’insuccesso ripetuto delle azioni di
trasformazione. Noi li definiamo engrammi
d’ inibizione, poiché creano un blocco neurobiologico che arresta o
inibisce la circolazione degli engrammi di azione e l’affetto di piacere. Gli
engrammi di inibizione spiegano i disturbi somatici precoci del lattante
associati ad una sensazione di vuoto. Nella vita futura, le situazioni di
sofferenza affettiva ritualizzeranno l’affetto di dispiacere degli engrammi
dolorosi dell’infanzia. Gli engrammi d’azione e di inibizione, inscritti nello
stesso sistema neurobiologico, interagiscono e formano la struttura tonico-affettiva di base di ogni individuo.
Da questo momento il bambino ha
assolutamente bisogno, per la sua sicurezza e il suo sviluppo, di un nuovo
involucro protettivo e lo costituir gradualmente sulla base delle azioni
inscritte nel suo corpo. All’interno dell’involucro protettivo comune, madre e
bambino vivono armonie toniche e ritmiche fondamentali per una giusta percezione
dei ritmi esterni ai quali il neonato devo pian piano adattarsi. È
un primo contenente che permette al bambino di dedicarsi allo sviluppo delle
proprie competenze in condizioni favorevoli: egli potrà allora lasciar andare il suo corpo e aprirsi poco a poco al
mondo esterno, perché non è più solo. Vive un’unità
duale di piacere interiorizzata ,
nella quale vive se stesso ma, insieme anche la madre.
Alla costituzione dell’unità di
piacere partecipano altre funzioni e in particolare la funzione propriocettiva.
Quando il neonato viene toccato, spinto, accarezzato, trasportato, sollevato,
posato, girato, tirato-manipolazioni che si riproducono come rituali secondo
ritmi precisi- partecipa attivamente a questa trasformazione proveniente
dall’esterno e prova un piacere tale da sentirsi unificato, pieno.
Il livello di unità prodotto dal
piacere delle trasformazioni corporee, segna una tappa fondamentale
nell’evoluzione del bambino: l’inizio dello sdoppiamento dell’unità duale e
l’acquisizione dei confini tra il dentro e il fuori di sé e dell’altro. L’unità
apre anche il neonato alla percezione della madre come oggetto separato da sé, oggetto che paradossalmente
ricercherà, essendo origine del suo piacere, della sua integrità e del suo
sviluppo. (Bernard Aucouturier, “ Il metodo Aucouturier, fantasmi d’azione e
pratica psicomotoria”,Franco Angeli edizioni, anno 2013, pp.24 a 44)
Acouturier continua,poi,
prendendo in considerazione la teoria di Winnicott , il quale sostiene come gli
avvenimenti affettivi dolorosi vissuti dal lattante come minacce di morte
lasciano tracce indelebili. Tali tracce, a causa dell’assenza di
un’organizzazione psichica, sono all’origine delle angosce arcaiche di perdita
del corpo. Quest’ultime possono riguardare : l’angoscia di caduta (
sperimentata fin dalla nascita a causa della perdita del sostegno percepito
all’interno del sacco uterino), l’angoscia del “non limite” (l’assenza di
confini spaziali e temporali, sembra che il bambino non abiti il suo corpo
,cioè parla in terza compie movimenti automatici ecc), l’angoscia di esplosione
( il bambino può essere terrorizzato dallo scoppio di un pallone, dai tuoni o
fuochi d’artificio), l’angoscia di frattura (evidenzia la paura del bambino di
essere spaccato in due emicorpi), l’angoscia di scorticamento e di amputazione
(quando la separazione madre-bambino avviene senza precauzioni,il bambino può
vivere alcune parti del corpo come se gli fossero state portate via).
Aucouturier afferma come nel
lavoro clinico ha potuto osservare quanto i bambini che vivevano dolorosamente
la separazione dalla madre fossero terrorizzati di fronte alla caduta o a
cambiamenti tonico-emozionale. Inoltre, ha potuto constatare che i bambini in
difficoltà che ha aiutato, che non erano né autistici, né psicotici, né
presentavano segni clinici così gravi, evidenziavano tutti un livello di
angosce arcaiche che non riuscivano a sorreggere e nei confronti delle quali
non potevano rassicurarsi validamente attraverso il piacere di agire e giocare.
Dunque, i disturbi delle diverse funzioni somatiche si collegano sempre a gravi
difficoltà emozionali e relazionali.
La motricità non è un modo per
rassicurarsi contro le angosce ma soltantoil mezzo attraverso il quale
esprimono la loro sofferenza psichica. Il disturbo
psicomotorio è il risultato della povertà dei processi di trasformazione. È causato
dalla presenza di angosce arcaiche non contenute a sufficienza e da un
atteggiamento inadeguato ai bisogni e ai ritmi del lattante.
La sofferenza provocata dal
deficit di integrazione psichica al livello più arcaico si esprime tramite il
tono e la motricità. Il disturbo psicomotorio rende discontinuo il piacere di
essere se stessi e rende problematica la rappresentazione di sé. I bambini che
nn sono riusciti a farsi carico quanto basta delle loro angosce arcaiche e non
sono riusciti a creare le azioni simboliche necessarie alla loro rassicurazione
profonda, evidenziano una patologia dell’azione. Per questo, ogni aiuto
psicomotorio educativo e terapeutico è un aiuto allo sviluppo dell’azione e dei
processi di trasformazione tonico-emozionale. In sintesi, la teoria
psicomotoria può essere definita come una terapia dell’azione. (Bernard Aucouturier, "il metodo Aucouturier", Franco Angeli editore,anno 2013)
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