lunedì 16 giugno 2014

il pensiero di aucouturier- genesi dei fantasmi d'azione

Aucouturier ritiene che un punto di riferimento importante nella pratica psicomotoria  è il concetto di fantasma di azione, generato dalle esperienze corporee condivise tra madre e bambino. I fantasmi d’azione animano tutte le attività e i giochi del bambino, facilitandogli l’accesso ad un senso di continuità del piacere di essere se stesso ma aperto agli altri. Egli afferma che la psicomotricità, in generale, è un invito a comprendere ciò che il bambino esprime del suo mondo interno attraverso il movimento. È un invito a cogliere il senso dei suoi comportamenti. Inoltre, l’aver chiarito cosa intendiamo per psicomotricità ci permette di distinguere meglio la Psicomotricità Psicomotoria educativa e preventiva dalla Pratica di Aiuto ad orientamento terapeutico.
Riprendendo il concetto di fantasmi d’azione, la genesi di quest’ultimi risale durante il periodo prenatale . Il feto, dominato dalle funzioni vegetative e sensomotorie, cerca l’equilibrio biologico necessario al suo completo sviluppo e alla crescita delle competenze indispensabili alla nascita e alla vita extra-uterina. Il feto ha dunque bisogno della permanenza di un “involucro materno” soddisfacente affinchè le sue funzioni biologiche e sensomotorie maturino gradualmente e con continuità. Per questo motivo il feto e la madre cercheranno di stabilire e perfezionare un rapporto sempre più stretto grazie al coordinamento degli stimoli provenienti da entrambi. Tale equilibrio dipende da una placenta funzionale che, insieme al feto, forma una coppia stabile .
La personalità della madre che si fa carico della gravidanza, subisce profondi cambiamenti: se all’inizio della gestazione il bambino futuro è visto come in sogno, le cose cambiano molto quando la madre percepisce i movimenti del figlio. Il futuro bambino viene investito dalle speranze e dalle emozioni dei genitori; entra a a far parte dell’immaginario parentale come essere unico, eccezionale dotato di tutte le qualità possibili. Il bambino c’è ancora prima di esserci, è sognato e immaginato dai genitori, è loro compagno di comunicazione, emozione, di gioco e di vita.
 Ma se, durante la gravidanza, il bambino è inserito in un involucro materno incostante e fragile, in cui subisce influenze nocive come ad esempio malattie croniche, fattori psicologici, fisiologici, genetici , le conseguenze possono essere drammatiche per il feto e dar luogo ad un disequilibrio biologico, causato da disfunzioni biologiche che possono far prevedere possibili ritardi della maturazione. Numerosi fattori traumatici possono quindi congiungersi tra loro disturbando eccessivamente la continuità e la ritmicità dell’involucro materno, necessario all’equilibrio biologico del piccolo, contrastando o impedendo il costituirsi di quell’abbozzo di unità che è riferimento stabile originario del bambino alla nascita.
Alla nascita il bambino viene a trovarsi all’improvviso in una situazione di sconvolgimento sensomotorio : passa da un ambiente acquatico, in cui era avvolto e costantemente sostenuto quasi in assenza di gravità, ad un ambiente aereo. È quindi possibile immaginare il vuoto che, subito dopo il momento della nascita, si crrea intorno a lui, la pesantezza che lo schiaccia, il dolore provocato dalle scariche motorie incontrollate. Dunque, il bambino trovandosi in queste condizioni, per poter vivere la continuità dell’equilibrio biologico sviluppati durante il periodo pre-natale, deve essere protetto. Ha bisogno di un nuovo involucro protettivo e lo trova, se riceve cure e manifestazioni di amore dai genitori.
Le interazioni e le trasformazioni reciproche forniscono alla madre l’occasione di inondare il neonato di affetti di piacere ed è così che egli scopre che le loro trasformazioni sono fonte di piacere. Dunque, la madre gli permette di vivere il piacere dell’azione e il piacere delle sue manifestazioni interne. Il successo dell’azione condiziona l’evoluzione del bambino ed è indissociabile dal piacere che prova la madre nel riceverla. Soltanto un ambiente malleabile e trasformabile garantisce infatti l’evoluzione del bambino.
Il bambino interiorizza le sequenze delle trasformazioni del corpo che risultano delle azioni che compie e accumula una “riserva” di azioni, confuse con quelle della madre, che vengono registrate nel complesso del sistema neurobiologico attraverso processi bio-chimici, elettrici ed ormonali registrati nel cervello e nei muscoli. Definiamo le sequenze interiorizzate “
Il bambino interiorizza le sequenze delle trasformazioni del corpo che risultano delle azioni che compie e accumula una “riserva” di azioni, confuse con quelle della madre, che vengono registrate nel complesso del sistema neurobiologico attraverso processi bio-chimici, elettrici ed ormonali registrati nel cervello e nei muscoli. Definiamo le sequenze interiorizzate “engrammi di azione” ovvero, informazioni che circolano liberamente perché non sono ancora rappresentazioni, hanno carattere pulsionale e non sono sottomessi ad alcun controllo inibitore finché non entrerà in azione la rimozione primaria. Inoltre, essi non potranno mai essere espressi tramite il linguaggio verbale ma soltanto attraverso il non verbale e la traccia grafica.
L’organismo accumula, nello stesso supporto biologico, una riserva di engrammi d’azione derivati da esperienze dolorose, provocate dall’insuccesso ripetuto delle azioni di trasformazione. Noi li definiamo engrammi d’ inibizione, poiché creano un blocco neurobiologico che arresta o inibisce la circolazione degli engrammi di azione e l’affetto di piacere. Gli engrammi di inibizione spiegano i disturbi somatici precoci del lattante associati ad una sensazione di vuoto. Nella vita futura, le situazioni di sofferenza affettiva ritualizzeranno l’affetto di dispiacere degli engrammi dolorosi dell’infanzia. Gli engrammi d’azione e di inibizione, inscritti nello stesso sistema neurobiologico, interagiscono e formano la struttura tonico-affettiva di base di ogni individuo.
Da questo momento il bambino ha assolutamente bisogno, per la sua sicurezza e il suo sviluppo, di un nuovo involucro protettivo e lo costituir gradualmente sulla base delle azioni inscritte nel suo corpo. All’interno dell’involucro protettivo comune, madre e bambino vivono armonie toniche e ritmiche fondamentali per una giusta percezione dei ritmi esterni ai quali il neonato devo pian piano adattarsi. È un primo contenente che permette al bambino di dedicarsi allo sviluppo delle proprie competenze in condizioni favorevoli: egli potrà allora lasciar andare il suo corpo e aprirsi poco a poco al mondo esterno, perché non è più solo. Vive un’unità duale di piacere  interiorizzata , nella quale vive se stesso ma, insieme anche la madre.
Alla costituzione dell’unità di piacere partecipano altre funzioni e in particolare la funzione propriocettiva. Quando il neonato viene toccato, spinto, accarezzato, trasportato, sollevato, posato, girato, tirato-manipolazioni che si riproducono come rituali secondo ritmi precisi- partecipa attivamente a questa trasformazione proveniente dall’esterno e prova un piacere tale da sentirsi unificato, pieno.
Il livello di unità prodotto dal piacere delle trasformazioni corporee, segna una tappa fondamentale nell’evoluzione del bambino: l’inizio dello sdoppiamento dell’unità duale e l’acquisizione dei confini tra il dentro e il fuori di sé e dell’altro. L’unità apre anche il neonato alla percezione della madre come oggetto separato da sé, oggetto che paradossalmente ricercherà, essendo origine del suo piacere, della sua integrità e del suo sviluppo. (Bernard Aucouturier, “ Il metodo Aucouturier, fantasmi d’azione e pratica psicomotoria”,Franco Angeli edizioni, anno 2013, pp.24 a 44)
Acouturier continua,poi, prendendo in considerazione la teoria di Winnicott , il quale sostiene come gli avvenimenti affettivi dolorosi vissuti dal lattante come minacce di morte lasciano tracce indelebili. Tali tracce, a causa dell’assenza di un’organizzazione psichica, sono all’origine delle angosce arcaiche di perdita del corpo. Quest’ultime possono riguardare : l’angoscia di caduta ( sperimentata fin dalla nascita a causa della perdita del sostegno percepito all’interno del sacco uterino), l’angoscia del “non limite” (l’assenza di confini spaziali e temporali, sembra che il bambino non abiti il suo corpo ,cioè parla in terza compie movimenti automatici ecc), l’angoscia di esplosione ( il bambino può essere terrorizzato dallo scoppio di un pallone, dai tuoni o fuochi d’artificio), l’angoscia di frattura (evidenzia la paura del bambino di essere spaccato in due emicorpi), l’angoscia di scorticamento e di amputazione (quando la separazione madre-bambino avviene senza precauzioni,il bambino può vivere alcune parti del corpo come se gli fossero state portate via).
Aucouturier afferma come nel lavoro clinico ha potuto osservare quanto i bambini che vivevano dolorosamente la separazione dalla madre fossero terrorizzati di fronte alla caduta o a cambiamenti tonico-emozionale. Inoltre, ha potuto constatare che i bambini in difficoltà che ha aiutato, che non erano né autistici, né psicotici, né presentavano segni clinici così gravi, evidenziavano tutti un livello di angosce arcaiche che non riuscivano a sorreggere e nei confronti delle quali non potevano rassicurarsi validamente attraverso il piacere di agire e giocare. Dunque, i disturbi delle diverse funzioni somatiche si collegano sempre a gravi difficoltà emozionali e relazionali.
La motricità non è un modo per rassicurarsi contro le angosce ma soltantoil mezzo attraverso il quale esprimono la loro sofferenza psichica. Il disturbo psicomotorio è il risultato della povertà dei processi di trasformazione. È causato dalla presenza di angosce arcaiche non contenute a sufficienza e da un atteggiamento inadeguato ai bisogni e ai ritmi del lattante.
La sofferenza provocata dal deficit di integrazione psichica al livello più arcaico si esprime tramite il tono e la motricità. Il disturbo psicomotorio rende discontinuo il piacere di essere se stessi e rende problematica la rappresentazione di sé. I bambini che nn sono riusciti a farsi carico quanto basta delle loro angosce arcaiche e non sono riusciti a creare le azioni simboliche necessarie alla loro rassicurazione profonda, evidenziano una patologia dell’azione. Per questo, ogni aiuto psicomotorio educativo e terapeutico è un aiuto allo sviluppo dell’azione e dei processi di trasformazione tonico-emozionale. In sintesi, la teoria psicomotoria può essere definita come una terapia dell’azione. (Bernard Aucouturier, "il metodo Aucouturier", Franco Angeli editore,anno 2013)

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