giovedì 26 giugno 2014

espressività mototria

La base del lavoro dello psicomotricista è riassumibile nel concetto di espressività motoria. Quest’ultima viene definita da Aucouturier come : il modo attraverso il quale il bambino può manifestare il piacere di essere se stesso, di diventare autonomo e di esprimere il piacere di scoprire e conoscere il mondo che lo circonda.
Il piacere di essere se stesso genera un sentimento di libertà che permette al bambino di raggiungere la realizzazione di sé, di essere felice nei rapporti con gli altri, perché la felicità e la libertà sono nella condivisione. L’affetto di piacere e la sua dimensione pulsionale sono indissociabili dall’espressività motoria anche se è necessario considerare che nel bambino esistono due modalità di espressione del piacere che incontriamo di frequente nella pratica:
1)      Il piacere della ripetizione delle azioni ; è un processo che rassicura il bambino e crea in lui il desiderio di conoscere e di anticipare azioni senza angoscia, stimola la capacità di adattamento ritmico e tonico emozionale nei confronti del mondo esterno, sviluppa quella capacità di attenzione indispensabile a memorizzare le azioni e lo sviluppo dell’intelligenza pratica.
2)      Il piacere di stupirsi; è la rottura dell’autonomia provocata dalla sorpresa di un avvenimento esterno, più o meno atteso, crea a livello emozionale un forte stupore che altro non è se non una scarica di affetti di piacere dovuta alla rapida trasformazione dell’attività tonica. (B.Aucouturier,2013, pp.126-127)
Una delle abilità dello psicomotricista è creare le condizioni necessarie affinché si realizzi l’espressività motoria al fine di liberare il bambino dai fantasmi d’azione. Ciò è possibile in un clima di sicurezza affettiva in cui il bambino possa vivere il piacere di agire e di trasformarsi a livello tonico emozionale. È, perciò, importante prestare attenzione ai cambiamenti dell’espressività motoria in rapporto alla sicurezza affettiva che l’adulto offre al bambino.
L’evoluzione dell’espressività motoria avviene in maniera graduale ed è generata dallo sviluppo delle capacità di simbolizzazione, dell’identità e del linguaggio. Ogni bambino elabora uno stile tutto originale di espressività motoria che fa pensare alla qualità delle relazioni tonico-affettive delle prime relazioni non verbali.
Per Aucouturier la sala della pratica psicomotoria, con i suoi luoghi pensati e predisposti e con il suo materiale, rappresenta uno spazio simbolico di sostegno e sicurezza che rappresenta il corpo della madre. Infatti nella sala psicomotoria il bambino, attraverso i materiali, è libero di rotolare, girare intorno, camminare, pestare i piedi per terra, equilibrarsi, cadere, saltare, afferrare, toccare, gridare, ridere, dondolarsi, rannicchiarsi, distruggere, costruire, nascondersi, scoprirsi, quindi attività simboliche di piacere che permetto al bambino di rievocare l’oggetto madre e di appropriarsene simbolicamente per dominarlo. La sala rappresenta, cioè, uno spazio transazionale, il quale ha la funzione di preservare e sviluppare le capacità fantasmatiche d’azione.
Quando il bambino non riesce a risolvere il conflitto tra odio e amore nei confronti dell’oggetto, restano vivi nel suo inconscio desideri di distruzione e angoscia di perdita, i cui sintomi sono l’ipermotricità e la passività motoria collegate ad un forte dispiacere. L’espressività motoria ha in questa situazione il senso di un profondo malessere. I disturbi dell’espressività motoria sono visibili nelle manifestazioni psicomotorie: l’ipermotricità e la passività motoria infatti sono sintomi della sofferenza psichica causata da un deficit nell’integrazione somatopistica al suo livello più arcaico. Il bambino cerca infatti di rassicurarsi tramite l’agitazione motoria, ma è una ricerca di rassicurazione che non può nulla contro l’angoscia perché è in realtà una pseudo- rassicurazione in relazione all’assenza dolorosa dell’oggetto. Alcuni bambini in condizioni di sofferenza psichica, si abbandonano alla loro angoscia e non cercano questa pseudo rassicurazione attraverso l’agitazione motoria ma si lasciano andare alla passività motoria, ad una depressione latente e all’ipotonia. L’insicurezza interiore provocata dagli engrammi di inibizione e dagli affetti di dispiacere bloccano il piacere di essere se stessi e di andare alla scoperta del mondo.

Sono da considerare disturbi dell’espressività motoria anche le manifestazioni ripetitive dovute alla fissità delle immagini ossessive collegabili all’allattamento, all’aggressione, all’espulsione e alla regressione. Le ripetizioni sono sempre accompagnate da fissità emozionali che esprimono sofferenza psichica e malessere interiore. Per i bambini che presentano quest’ultimo problema, l’Aiuto Psicomotorio avrà l’obbiettivo di sbloccare queste fissità per mezzo dei giochi di rassicurazione profonda, modificando cosi le loro immagini ossessive. Le risonanze tonico emozionali condivise tra bambino e terapeuta permetteranno lo sblocco.

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