Dopo aver definito il concetto di fantasma d’azione Aucouturier parla della sua evoluzione e delle azioni simboliche inerenti ad ogni fantasma. All’inizio vi sono i fantasmi d’azione collegabili alle interazioni che avvengono durante l’allattamento e sono : penetrare, fondersi, incorporare, distruggere, aggredire. Le azioni compiute in perfetta armonia tra la diade madre-figlio danno origine a fantasmi di penetrazione orale, di fusione, fantasmi che esistono se i desideri del bambino corrispondono con quelli della madre. Al contrario, le azioni sadiche danno origine a fantasmi quali: incorporazione, divorazione e distruzione dell’oggetto. I fantasmi d‘azione e le azioni simboliche inerenti riguardano:
§ “un aggressione d’amore”→ Quando un bambino aggredisce la madre per incorporarla, divorarla e assimilarla, desidera appropriarsi di ciò che ama. Amare è infatti mangiare, distruggere, annientare l’oggetto in sé. Mangiare è far scomparire e ciò può generare senso di colpa perché il bambino non può sopportare le conseguenze della sua distruzione, poiché la perdita d’amore è anche perdita di sé. Il senso di colpa rischia di intensificarsi a causa delle reazioni della madre che riceve questa aggressione d’amore. Infatti, può capitare che la madre reagisca bruscamente al morso o graffio spostandosi rapidamente all’indietro per allontanarsi da lui. Questa rottura crea una separazione ma in una modalità di tensione. Così il bambino rischia di vivere un dramma d’amore, arrivando a censurare i fantasmi di divo razione e desideri di distruzione attraverso un contenimento tonico. Può succedere, di conseguenza, che all’asilo nido alcuni bambini mordano crudelmente. L a violenza orale incontrollata e prolungata non è altro che l’espressione motoria della pulsionalità distruttiva e divoratrice d’amore da cui il bambino, a causa di una mancanza di un processo di simbolizzazione, non è abbastanza protetto, oppure troppo colpevolizzato.( B.Aucouturier,2013, pp.64-66)
§ Una madre “sufficiente buona”→È quella che instaura un clima di rassicurazione affettiva anche di fronte all’aggressione d’amore. In un primo tempo accetta la pulsionalità dei fantasmi di distruzione e nne prende le distanze, perché acquisisce la capacità di anticipare l’aggressione. In un secondo tempo rassicura il bambino in un clima di gioco in cui tono, posture, gesti, voce, sorriso, sguardo e parole, sdrammatizzano e tranquillizzano. La de colpevolizzazione dei fantasmi di distruzione favorisce l’apertura alla simbolizzazione. L’atteggiamento coerente della madre aiuterà il bambino a far sì che il piacere di questo “amore divorante” evolva verso altre forme d’amore che permetteranno al bambino l’accesso al piacere di comunicare. Concretamente, la distruzione delle pile di cuscini nella sala di Pratica Psicomotoria, a cui partecipa lo psicomotricista e nella quale il bambino vince sempre sull’adulto, apre il bambino a un grande piacere,c he provoca in lui un’evoluzione enorme. Se desideriamo che il bambino cresca è importante che egli possa superare le sofferenze associate alle pulsioni di distruzione dell’“oggetto d’amore”. (B.Aucouturier,2013, pp. 66-68)
§ Giocare a distruggere per essere se stessi→ Verso il primo anno la madre costruisce una torre di cubi di fronte al bambino e, una volta che la costruzione è completata, la distrugge. La madre che accetta la distruzione della torre da lei costruita, permette al bambino di vivere il piacere della pulsionalità distruttiva. Si tratta dell’espressione del fantasma di dominio sadico che manifesta l’onnipotenza esercitata dal bambino sulla madre attraverso lo spazio transazionale della torre. (B.Aucouturier,2013, p 69)
§ Il lupo:metafora dei fantasmi collegati all’oralità→ Il gioco del lupo esprime l’intensità fantasmatica ed emozionale che può vivere un bambino durante la fase orale. Con bambino dell’asilo-nido o della scuola materna, «una bestia che fa paura» può essere simbolizzata con un gesto, posizione quadrupedica o un grido. L’emozione è fortissima quando il lupo si avvicina alla casa: alcuni bambini urlano,altri chiudono gli occhi,altri giocano a provocarlo, a imitarlo. Basta dimostrare che il lupo non è cos’ pericoloso per attenuare l’angoscia dei bambini e la loro paura di essere divorati dall’aggressore. L’identificazione con l’oggetto esterno che aggredisce sdrammatizza la situazione e rassicura il bambino. La paura di un lupo che si nasconde dietro ad una porta deve essere presa sul serio se si vuole aiutare a risolverla in un clima di sicurezza. Il bambino, preso dall’angoscia di perdita del suo amore divorante, può essere aiutato a simbolizzare le emozioni che lo invadono attraverso il disegno e le parole. Inoltre, è interessante raccontare ai bambini la favola del lupo e i tre porcellini perché è una favola universale che ha il potere di evocare l’angoscia della perdita e i fantasmi legati all’oralità. In realtà i tre porcellini simboleggiano le tappe della costruzione dell’Io, dell’edificio psichico. Alla fine i tre porcellini trionfano sull’aggressore: hanno vinto la paura e, in ciò consiste il senso metaforico. (B.Aucouturier,2013, pp. 69-72)
§ Il piacere di aver paura→ Giocare alla paura crea un piacere tale da dare al bambino l’impressione di aver compiuto una prodezza, perché dominare la propria paura valorizza a livello narcisistico, è dominare la paura di essere divorati. (B.Aucouturier,2013, p 72)
§ Riunire e separare→ I giochi di incastro essendo a livello simbolico fantasmi di penetrazione e incorporazione o di rigetto ed aggressione, sono giochi di rassicurazione relatici all’angoscia di perdita dell’oggetto madre e della perdita di sé. Sulla stessa linea teorica, pensiamo che anche il modo tonico-emozionale di stare nello spazio per mezzo della voce, delle grida, delle risate, dei ritmi del movimento e della postura, del modo di camminare e correre di ogni bambino, rappresentino una simbologia dei fantasmi di penetrazione, del desiderio inconscio di penetrare il corpo della madre. Attraverso il modo in cui occupa lo spazio, il bambino manifesta il suo potere dei genitori su di lui e vive il piacere di agire. (B.Aucouturier,2013, pp 73-74)
§ L’ecoprassia→ Questo gioco consiste nel: la madre alimenta il bambino con il cucchiaio,quando il bambino apre la bocca la apre anche lei,poi il bambino prende il cucchiaio vuoto e dà da mangiare alla mamma. Questo gioco è ben più di una attività imitativa, è anche un gioco di comunicazione e di apertura alla dimensione simbolica orale. È un gioco che deriva da una triplice esperienza: collegare i fantasmi di interpretazione orale ad un piacere narcisistico di agire sull’altro e imparare a conoscere il registro simbolico in una relazione. Il gioco ecoprassico segue i giochi ecoliaci vissuti da madre e bimbo come risultato delle interazioni durante le quali l’uno e l’altra si sono reciprocamente trasformati. (B.Aucouturier,2013,p 75)
Aucouturier afferma, poi, come molto prima dei sei mesi di vita, l’unione mano-bocca permette al bambino l’esplorazione della parte interna della bocca. L’esperienza della mano gradualmente si evolve coordinandosi a quella dell’occhio. È in questo momento che Aucouturier descrive i fantasmi d’azioni e azioni simboliche collegabili alla prensione. ,che riguardano :
§ Il fantasma dell’afferrare→ Il desiderio di afferrare evidnzia una continuità tra fantasma dell’afferrare e i fantasmi d’allattamento. Il fantasma dell’afferrare infatti è il risultato del desiderio del bambino di ritrovare il contatto con la madre, di toccarla, di prenderla in sé e di essere con lei: il bambino tocca e prende per ritrovare la madre che è in lui. Le mani del bambino crescono esplorando lo spazio con la stessa facilità, attenzione e precisazione delle mani della madre quando si occupava di lui. Gli oggetti, che la madre gli porge e che il bambino afferra, assumono un valore eccezionale, perché, investiti dell’affetto di piacere della madre; diventano oggetti transazionali . Il bambino, perciò, tocca tutto per il piacere di esplorare e di conoscere ma soprattutto per avere un ascendente sulla madre. L’espressione «non toccare!» è necessaria per proteggere il bambino, ma la proibizione ripetuta,a causa di un eccessivo controllo da parte della madre, ottiene come risultato la colpevolizzazione del bambino sul piacere di afferrare limitando le sue capacità manuali e creative. (B.Aucouturier,2013,pp. 76-77)
§ Precisazioni sul concetto di oggetto transizionale→ L’oggetto transazionale è un oggetto a cui il bambino si attacca particolarmente. Quando il bambino non ritrova questo oggetto elettivo sembra perduto, inconsolabile. Questo oggetto gioca tre ruoli: rassicura il bambino perché rende presente la madre in sua assenza nel periodo in cui non possiede ancora la sicurezza della rappresentazione dell’oggetto, prepara alla funzione simbolica ed è una vittima perché è amato e aggredito; cioè diventa luogo di espressione pulsionale dei fantasmi di incorporazione e di distruzione.
Una volta che il bambino acquisisce la posizione eretta, entrano in gioco, per Aucouturier, i fantasmi d’azioni collegabili alla motricità. Il fantasma di elevazione è una conseguenza del fatto che il bambino è stato spostato diverse volte, dalla posizione orizzontale a quella verticale per essere portato all’altezza del viso della madre. Gli enigrammi d’azione derivati da questi spostamenti danno vita a fantasmi d’azione come spiccare il volo, elevarsi, volare, atterrare, cadere, volteggiare, oscillare. Quest’ultimi alimentano il desiderio di raddrizzarsi, diventare grandi, salire, scendere, saltare in basso, ma anche il desiderio di cadere. In sintesi,Aucouturier evidenzia:
§ il piacere di stare in piedi→l’estensione in senso verticale,incoraggiata dalla madre, procura grande piacere al bambino che gode della rigidità tonica necessaria a far fronte alla pesantezza. Teso come un unico blocco in posizione eretta, il bambino prova un sentimento di unità, di onnipotenza e indipendenza. (B.Aucouturier,2013, p 81)
§ il piacere di cadere→ La caduta è la capacità nuova di abbandonarsi alla pesantezza come compenso agli sforzi compiuti per conquistare la posizione eretta con l’incoraggiamento dei genitori. È un modo per dimostrare loro che è sicuro di sé, di poter cadere al suolo e rialzarsi senza il loro aiuto. È un piacere di per sé e un’affermazione di sé nei confronti dei genitori. É la prova di una separazione ben accettata. Durante le pratiche psicomotorie educativa, al nido e alla scuola materna, abbiamo osservato il piacere intenso che i bambini provano quando giocano a cadere, il piacere cioè di trasformare con violenza il proprio corpo. Eppure alcuni bambini sono presi dal panico quando sono in disequilibrio e vengono trascinati in una caduta. Sono bambini con una certa fragilità nella costruzione della rappresentazione di sé. (B.Aucouturier,2013, pp. 86-87)
§ il piacere di correre → Il bambino corre per il piacere di muoversi nello spazio,scoprendo la velocità e l’autonomia dei movimenti delle gambe e delle braccia in rapporto al tronco. La liberazione della motricità porta con sé la liberazione delle emozioni, soprattutto se i genitori partecipano alle sue prodezze incoraggiandolo. Il piacere di correre libera il corpo permettendo al bambino di allontanarsi dai suoi familiari. (B.Aucouturier,2013, p 88)
§ il piacere di dondolarsi→ È l’espressione del fantasma d’azione dell’oscillare, derivato da engrammi d’azione provocati dall’andatura ondeggiante della madre durante la gravidanza e i dondolii di ritmi ed ampiezze diverse che i genitori hanno utilizzato per calmarlo o addormentarlo. (B.Aucouturier,2013, p 88)
§ il piacere del salto in profondità→ Il gioco del cadere evolve verso il gioco del salto in profondità che fa perdere gli appoggi e i riferimenti spaziali. Il salto in profondità è l’espressione del fantasma d’azione di volare. (B.Aucouturier,2013, pp 88-89)
§ il piacere di girare intorno→ È l’espressione del fantasma d’azione di volteggiare e dà luogo a tutte le attività di rotazione che i bambini ripetono e che gli adulti ritrovano più tardi nella danza, nelle attività acrobatiche al suolo ecc..Questi fantasmi si riferiscono a engrammi generati nel periodo prenatale,quando il feto è mobilizzato dai movimenti della madre poi si muove e si gira in assenza di peso dell’utero. (B.Aucouturier,2013, p.89)
§ i giochi di piacere sensomotorio → Perdere l’equilibrio, cercare l’equilibrio, cadere, saltare, girare e dondolare sono giochi che sollecitano intensamente il sistema labirintico e stimolano particolarmente la muscolatura deputata all’equilibrio. Il piacere di trasformare questa muscolatura, associato al piacere di trasformare numerose funzioni sensoriali necessarie al processo di mantenimento della funzione dell’equilibrio, danno luogo ad un “sentito” del corpo collegato alla muscolatura. I giochi di piacere sensomotorio, come li abbiamo definiti in pratica Psicomotoria, sono giochi simbolici a pieno titolo, avendo sia una funzione di rassicurazione nei confronti dell’angoscia di perdita della madre sia una funzione di mantenimento dell’unità di piacere e di affermazione di sé e permettono di accedere ai giochi di identificazione. (B.Aucouturier,2013, p 90)
§ i giochi di rassicurazione profonda→ Tutti i giochi del bambino simboleggiano i fantasmi d’azione; i giochi infatti sono creazioni simboliche per rassicurarsi di fronte alle angosce di perdita accettabili e, allo stesso tempo, per integrare la realtà e vivere il piacere di essere se stessi. La Pratica Psicomotoria educativa e preventiva dà un notevole contributo ai processi di rassicurazione contro le angosce, cioè alla rassicurazione emozionale, attraverso strategie. (B.Aucouturier,2013, p. 91)
Per quanto riguarda i fantasmi d’azione collegati all’espulsione Acouturier mette in evidenzia :
§ il piacere di dare e di trattenere→ La zona genitale e anale sono zone del corpo molto sensibili alle azioni della madre che compie nella cura. Durante l’espulsione delle feci tutto il corpo partecipa. Lo sforzo, che è diretto della zona pubica anale, è ritmato da numerosi respiri liberatori; il bambino è in una situazione di tensione che sembra faticosa ma che invece procura piacere. La distensione dopo l’espulsione crea un senso di unità di piacere che compensa una certa angoscia per la perdita delle feci. Quest’ultime sono offerte come un dono simbolico per il piacere di ricevere cure, per mantenere una relazione affettiva con la madre. (B.Aucouturier,2013, pp. 91-92)
§ Conseguenze derivanti dal controllo→ La ritenzione volontaria delle feci è un tempo di sospensione dell’atto di defecare che permette al bambino di immaginare e anticipare il piacere della trasformazione del corpo dovuto al rilasciamento degli sfinteri e all’espulsione. Nella fantasmatica anale l’espulsione differita può simboleggiare l’espulsione distruttiva dell’oggetto interno ma anche un attacco all’oggetto stesso, come un rifiuto di sottostare alle esigenze della madre. L’espulsione-ritenzione attesta l’esistenza, nell’inconscio del bambino, del desiderio di distruggere l’oggetto e allo stesso tempo di amarlo. (B.Aucouturier,2013, p.92)
§ minzione→ La capacità di dominare il bisogno di “fare pipì” segna il controllo volontario dell’inizio e della fine dell’azione di urinare attraverso il quale il bambino prende coscienza del trascorrere del tempo.
All’asilo-nido come alla scuola materna o in spiaggia, i bambini giocano a riempire dei bussolotti con acqua e sabbia finchè non sono pieni, poi li vuotano rapidamente o lentamente ma sempre con molto piacere. Questo gioco ripetitivo si riferisce alla coppia assorbimento-espulsione che acquista tutto il suo valore funzionale solo quando si articola sulla problematica anale e uretrale. Il gioco di riempire e svuotare è una simbologia dell’allattamento e dell’evacuazione. (B.Aucouturier,2013, pp.94-96)
Per quanto riguarda i fantasmi d’azione collegati alla genitalità : fino ai tre anni l’angoscia dominante è quella della perdita della madre,ma dopo i tre- quattro emerge l’angoscia della castrazione che, per la bambina si traduce come l’angoscia dell’aver perduto l’appendice genitale mentre per il bambino l’angoscia di perderlo. Di conseguenza, Aucouturier parla di:
§ I fantasmi d’azione incestuosi→ Nella problematica edipica il bambino vuole la madre solo per sé e fantasmatizza un’azione d’amore incestuoso con lei, ma il padre è un ostacolo a questa relazione esclusiva; il bambino vorrebbe eliminarlo e allora fantasmatizza l’azione di uccidere il padre, di distruggere, sebbene, l’ami, il suo rivale. Ciò accade anche per la bambina che fantasmatizza un’azione d’amore incestuoso con il padre. (B.Aucouturier,2013, p.98)
§ L’inibizione inconscia dell’azione→ L’inibizione inconscia dell’azione fantasmatizzata di distruggere il genitore del sesso opposto, favorendo l’inibizione della pulsionalità motoria e il cambiamento statico- emozionale, rende l’azione del bambino più adattata al mondo esterno e permetterà al bambino di anticipare il piacere della trasformazione. (B.Aucouturier,2013, p.99)
§ Periodo edipico e attività operatoria→ L’ultima affermazione ci porta a chiarire i legami esistenti tra conflitto edipico, angoscia di castrazione, pensiero magico e decontrazione, come fattore indispensabile per i futuri investimenti culturali. Per comprendere le relazioni tra pensiero magico, angoscia di castrazione e problematica edipica, bisogna tener conto che il bambino di tre- quattro anni non percepisce lo spazio, il tempo , gli oggetti e non pensa all’adulto come un adulto. Per il bambino,l’oggetto si comporta come farebbe lui, cioè la volontà di potenza proiettata sul mondo lo porta a pensare che gli oggetti siano animati. Il bambino è ancora sommerso dalla soggettività fantasmatica ed emozionale e perciò non riesce ad uscire dal suo punto di vista, dunque attribuisce il suo modo di pensare indifferenziato ad oggetti e in particolare alle persone che ama e che fanno parte del suo ambiente. (B.Aucouturier,2013, pp.99-100)
§ Giochi e castrazione → L’angoscia latente della castrazione, se è ben accettata dal bambino, induce processi di rassicurazione molto diversi da bambino a bambina. Quest’ultima preferisce giochi con la bambola, il bambino giochi d’aggressione, giochi che richiedono competenze fisiche. (B.Aucouturier,2013, pp.102-102)
§ Piano fantasmatico, registro simbolico e piano di realtà→ Il passaggio dal piano di realtà al piano fantasmatico è frequente nel bambino perché l’alternarsi di comportamenti, nel gioco e nello stato tonico- emozionale, gli permettono di vivere con pienezza delle identificazioni proiettive e delle emozioni vivissime, al fine di ritrovare con più piacere il registro simbolico del gioco a contatto con la realtà del mondo circostante. Pensiamo che possa trattarsi di un desiderio inconscio di perdersi nei fantasmi d’azione onnipotenti per ritrovare meglio la propria identità; questa alternanza, tra i tre- quattro anni e sei- sette anni, in alcuni bambini può non avvenire bloccandoli su un piano fantomatico che rende difficile il ritorno alla realtà. (B.Aucouturier,2013, p.104)
§ Il letto dei genitori→ Per completare il discorso sui fantasmi d’azione originati dalla genialità è necessario ricordare il desiderio che tutti i bambini manifestano di avere risposte sulle relazioni amorose dei genitori particolarmente quando condividono lo stesso letto. È fondamentale che i genitori esprimano, attraverso il loro atteggiamento, l’amore che provano l’uno per l’altro e che siano solidali nel dire ai loro bambini che questo grande letto è per i genitori e che il loro bambino ha il suo letto in cui potrà continuare a sognare il grande letto dei genitori.Inoltre, i fantasmi d’azione relativi al possesso di uno dei due genitori inducono i bambini a porsi domande sull’origine della nascita. Di fronte ai fantasmi della nascita è necessario che i genitori non lascino i figli nell’ambiguità. (B.Aucouturier,2013, pp.106-107)
§ Apparire- scomparire, avere- non avere→ I giochi in cui il bambino prende l’iniziativa sono giochi di rassicurazione collegati all’assenza della madre. Il bambino infatti si nasconde perché la madre lo trovi, per accettarsi di essere importante per lei e di avere il suo amore. È un gioco sottile basato sul piacere dell’attesa dell’essere trovato che si associa al possibile dispiacere di non essere trovato. È un gioco che crea una forte eccitazione sensoriale, emozionale e psichica, una giubilazione che si attenua molto rapidamente nel momento in cui il bambino viene trovato. Il gioco di apparire- scomparire è molto precoce, è sinonimo di avere, incorporare e di non avere, distruggere e perdere. Il gioco da, cioè, avvio all’angoscia di perdita della madre e di sé. In sala Psicomotoria i bambini dell’asilo-nido e materna giocano a nascondersi tra i cuscini o nelle case che hanno costruito affinché le educatrici li cerchino. (B.Aucouturier,2013, pp.108-110)