La storia è diventata una fase
indispensabile del dispositivo temporale della Pratica Psicomotoria educativa.
In sala di psicomotricità,
durante la narrazione della storia, ogni bambino siede sempre allo stesso
posto. La storia si gioca su due registri. Il primo si basa sull’aumento
dell’angoscia, che dà valore drammatico alla narrazione, partendo da temi che
riguardano la paura di essere divorati, mangiati, strappati o fatti a pezzi,
inseguiti, presi, racchiusi, abbandonati, perduti, e da altri temi che emergono
dall’inconscio e fanno riferimento all’angoscia di persecuzione, di distruzione
e di perdita della madre. Il secondo registro è basato sul ritorno alla
rassicurazione emozionale. È molto
importante, per dare un senso, che l’eroe della storia, col quale i bambini si
identificano, sopravviva e trionfi sull’aggressore.
L’onnipotenza magica è una
risorsa favolosa per allontanare l’angoscia ed affermare la propria esistenza.
Il narratore, dunque, utilizzerà le variazioni del tono di voce e i gesti,
accelerando il ritmo della narrazione, creando rotture, giocando con silenzi,
le pause, l’attesa. Saprà creare momenti di stupore e sorprese forti. Il
narratore deve essere decentrato verso tutti i bambini, adattando il suo
racconto in particolare ai più fragili e facendosi carico della loro angoscia.
( B. Aucouturier, 2013, pp. 172-178)
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